Giocattoli inquieti

Alberto Casiraghy

Giocattoli inquieti

Antologia della Collana Gialla Oro

Aprire a caso una pagina dei Giocattoli inquieti di Alberto Casiraghy

significa essere subito trascinati nel suo mondo fatto di espressioni

semplici.

“Semplici” per modo di dire, perché ogni semplicità trascina con sé

un proprio modo d'interpretare, fatto di cose vere e di cose sognate.

Questa forma d’azione manifesta un bisogno espressivo che

innerva tutta la scrittura dell’autore, affidandosi soprattutto a una

chiara identificazione lombarda, che propone da sempre una

propria ragione morale mai ipocriticamente moralistica, in grado di

regalare un senso ulteriore alle stesse parole, perché questo senso è

soprattutto una forma particolare e ulteriore di poesia, consapevole

che la contemporaneità ha dissolto, probabilmente una volta per

tutte, la distinzione dei generi.

Un modo di procedere con un fondo disincantato, ma vitalistico, di

continuo incanto nei confronti della natura sempre disponibile alla

propria resurrezione, e un’attenzione affettuosa ai regni animale e

vegetale, dove la persuasione comincia dalla condizione meno

accettata, dentro un’identificazione creaturale più che francescana,

perché Casiraghy ama con-fondersi con i colori del mondo.

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