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La Dc fu davvero il «partito della nazione»? Per tanti versi sì, a patto di non congelarla nell’immagine del grande agglomerato che tutto macinava e tutto cercava di omogeneizzare. Fu anche questo, certo, specie nella parte finale della sua vicenda. Ma fu prima di tutto un partito dalle anime plurali che perseguì la ricostruzione democratica e costituzionale del paese, proiettandolo in un inedito orizzonte europeo. Un partito di ispirazione cattolica che ha contribuito a risollevare l'Italia dalla povertà, dall'umiliazione della catastrofe bellica e dall'isolamento internazionale, attraverso molte personalità di alta competenza e valore morale. Nel saggio di Guido Formigoni, Paolo Poombeni e Giorgio Vecchio ripercorriamo le vicende storiche del Paese, attraverso un'esaltante cavalcata nell'arco di 50 anni di generazioni che si sono avvicendate alla guida della Democrazia Cristiana. A trent’anni dalla sua scomparsa, la definizione del ruolo della Dc nella storia d’Italia oscilla ancora tra la demonizzazione e il rimpianto, senza assestarsi in una equilibrata storicizzazione. A partire dalla nuova disponibilità di numerosi archivi privati e pubblici, il libro prova per la prima volta a tracciarne la storia: dalle origini alla parabola finale. Quella che si apre davanti agli occhi del lettore è una storia dell’Italia attraverso le vicende di un partito che è stato tra il 1943 e il 1993 il perno principale del governo del Paese e ne ha modellato la vita politica e culturale.
Guido Formigoni insegna Storia contemporanea nell’Università IULM di Milano. Tra i suoi libri con il Mulino: «Aldo Moro» (2016, nuova ed. 2023), «Storia d’Italia nella guerra fredda» (2016), «Storia della politica internazionale nell’età contemporanea» (2018), «La politica internazionale dal XX al XXI secolo» (2018) e «Storia essenziale dell’Italia repubblicana» (2021).
Paolo Pombeni è professore emerito presso il Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Bologna. Con il Mulino ha pubblicato, fra l’altro, «Giuseppe Dossetti» (2013), «La questione costituzionale in Italia» (2016), «Che cosa resta del Sessantotto» (2018), «La buona politica» (2019), «Sinistre. Un secolo di divisioni» (2021), «L’apertura. L’Italia e il centrosinistra (1953-1963)».
Giorgio Vecchio ha insegnato Storia contemporanea nell’Università di Parma ed è presidente del comitato scientifico dell’Istituto Alcide Cervi e di quello della Fondazione Don Primo Mazzolari. Tra le sue più recenti pubblicazioni: «L’Italia smemorata. Pagine per salvare dall’oblio 150 anni di storia» (MUP, 2020) e «Il soffio dello Spirito. Cattolici nelle Resistenze europee» (Viella, 2022), oltre alla curatela di «Emilio Sereni. L’intellettuale e il politico» (Carocci, 2019).
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